ago 15, 2024 Canyon.com
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Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

Nove stagioni ai massimi livelli. Una relazione basata sulla fiducia e un’esigenza di miglioramento continuo da entrambe le parti.

Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

Mentre il team CANYON//SRAM Racing si prepara a gareggiare nel Tour de France Femmes a bordo della nuova Canyon Aeroad, abbiamo fatto due chiacchiere con due persone dello staff, per capire come la cultura della velocità viene portata avanti all’interno del team e come il rapporto di lavoro tra team e produttore di bici porti a bici migliori e più veloci, anche con la nuova Aeroad.

Prendere il comando

Mentre il team CANYON//SRAM Racing si prepara a gareggiare nel Tour de France Femmes a bordo della nuova Canyon Aeroad, abbiamo fatto due chiacchiere con due persone dello staff, per capire come la cultura della velocità viene portata avanti all’interno del team e come il rapporto di lavoro tra team e produttore di bici porti a bici migliori e più veloci, anche con la nuova Aeroad.

Qual è l’obiettivo finale? Vincere.

Tutto inizia con questa domanda. E per vincere dobbiamo essere più veloci di tutti gli altri, quindi come ci riusciamo? Osserviamo ogni aspetto delle gare. Dalle prestazioni del ciclista all’aerodinamica dell’atleta, fino ai più piccoli dettagli della bici stessa. Telaio, ruote e così via.

Canyon Aeroad Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

La perfezione non esiste

Sin dalle prime gare, ho sempre pensato “la perfezione non esiste”. Non si arriva mai al 100%, perché quando ci si arriva o si pensa di essere arrivati, il livello si è spostato di nuovo. Quindi, anche ai vertici, c’è sempre qualcosa che può essere fatto per migliorare. È pensare di superarsi e sforzarsi sempre per fare qualcosa di meglio e di più veloce, che ti mette sulla strada giusta in termini di prestazioni.

Qualcosa che facciamo bene come team è la scelta degli accessori per ogni singola tappa.

Facciamo molti test e calcoli per avere l’attrezzatura migliore e ottenere la massima velocità in bici. Vediamo come si presenta il profilo complessivo di una tappa. Qual è il numero di chilometri “più tranquilli” e quelli “più veloci” e quale sarà il guadagno di tempo complessivo con l’attrezzatura, in base all’aerodinamica della bici stessa.

Pe gareggiare bene, bisogna arrivare bin condizione alla linea di partenza.

Come ciclista, si tratta di arrivare al meglio alla partenza: una buona nutrizione, riposo ottimale, imparare il percorso, conoscere gli altri ciclisti alla linea di partenza. Dico alle mie atlete: una volta fatto il massimo per essere i migliori in quel particolare giorno, si è già a buon punto. Da quel momento in poi si tratta solo di gare di ciclismo: le variabili sono tante. Fintantoché si ha la mentalità di essere preparati al meglio alla linea di partenza, l’esito è quello che è.

Canyon Aeroad Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

La nostra filosofia è “gara aggressiva”.

Cogli le opportunità quando si presentano e non tirarti mai indietro. Vogliamo sempre mettere alla prova noi stessi e tutti coloro che ci circondano. Penso ancora che la “paura del fallimento” sia tangibile nei ciclisti, quindi il mio lavoro è creare un ambiente in cui non si può davvero fallire, a patto che una ciclista dia il 100% di sé.

Canyon Aeroad Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

Lo scorso anno abbiamo vinto le tappe al Giro e al Tour.

Si tratta di due giornate ben definite che spiccano come esempi quando le nostre cicliste non hanno messo in discussione se stesse o nulla intorno a loro. Una era Antonia Niedermaier al Giro, l’altra era Ricarda Bauernfeind al Tour. Entrambe erano mosse leggermente opportunistiche, certo dovevano avere le gambe ed essere capaci, ma correre il rischio di uscire dalla testa e vedere cosa succede, e poi attaccare... davvero notevole.

Ingegneri x meccanici

Scopri come l’ingegnere Canyon Lukas Birr ha collaborato con meccanici di WorldTour come Jochen Lamade di CANYON//SRAM per perfezionare la nuovissima Aeroad. 

Canyon Aeroad Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

Dietro ogni Canyon c’è una ricerca infinita di velocità, comfort e prestazioni. Ogni generazione della Aeroad è stata costruita in questo modo e il nuovo modello non fa eccezione.

Lukas Birr è ingegnere capo della Aeroad e la sua missione di garantire che gli atleti professionisti di Canyon abbiano la bici da strada più veloce al mondo non è semplice.

“Il materiale che forniamo è il materiale di lavoro quotidiano degli atleti”, afferma. “Se avessi un computer che non funziona così bene, anche io sarei esigente perciò con questa Aeroad, più di qualsiasi altra bici Canyon prima, abbiamo chiesto e ricevuto feedback attivi dai nostri team e ciclisti WorldTour per capire cosa pensavano”.

Nella costante gara delle armi tecnologiche del WorldTour UCI, tutto ciò che è inferiore allo standard che Canyon ha stabilito in passato potrebbe pregiudicare le prestazioni. Per restare sempre in testa alla classifica, Lukas ha una linea diretta con il personale di tutti i team WorldTour sponsorizzati da Canyon, e uno di questi contatti è il meccanico CANYON//SRAM Racing Jochen Lamade.

“Lavoro a stretto contatto con Canyon per assicurarmi di avere i migliori materiali per le nostre cicliste”, afferma Jochen. “Non sono un ingegnere, ma solo un meccanico che lavora quasi tutti i giorni sulla bici, ma penso che dopo anni di lavoro ho una buona intuizione di ciò che funziona e di ciò che non funziona”.

perciò con questa Aeroad, più di qualsiasi altra bici Canyon prima, abbiamo chiesto e ricevuto feedback attivi dai nostri team e ciclisti WorldTour per capire cosa pensavano”.
Lukas Birr, ingegnere capo Aeroad
Ingegneri x meccanici
Canyon Aeroad Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

È questo rapporto giorno dopo giorno con le bici, che vengono spinte ai loro limiti assoluti in ogni gara, che rende Jochen un contatto così prezioso per Lukas per capire cosa deve migliorare e come potrebbe farlo meglio.

“Jochen è una delle più grandi risorse che abbiamo [per il team di ingegneri]. È incredibilmente esperto. È creativo per natura e vuole davvero migliorarci e migliorare il suo lavoro, quindi per lui è un vantaggio poter lavorare a stretto contatto con noi”.

Jochen è soddisfatto della comunicazione: “Siamo in contatto costante l’uno con l’altro, per comunicare cosa sento e cosa vedo quando lavoro con la bici. E mi viene inviato tutto ciò di cui ho bisogno, nuovi materiali e così via. È una relazione perfetta: io faccio affidamento su di loro, e loro su di me”.

Jochen ha fatto la sua parte nello sviluppo della nuova Aeroad. Lukas ha trascorso un paio di giorni con lui al CANYON//SRAM Racing Service Course a Lipsia, proponendogli idee per migliorare la bici. Una piccola ma utile innovazione suggerita da Jochen è stata l’inclusione di estremità in gomma sostituibili sulle forcelle anteriori per impedire graffi dannosi quando la bici viene messa su un cavalletto o su un rullo senza ruota anteriore.

Il viaggio a Lipsia è stato uno dei numerosi percorsi “sul campo” che Lukas ha intrapreso per sviluppare questa Aeroad di quarta generazione. “Sono andato alle gare per osservare e analizzare la bici in azione, ai corsi di assistenza dei team e ho parlato con tutti il più possibile. E al quartier generale di Canyon, tutti sono “ingegneri”! Le persone hanno sempre delle idee, quindi ho sempre con me il mio taccuino per fare piccoli schizzi. Fa tutto parte del percorso”.

“Vuoi sempre essere in grado di spingere meno watt per una maggiore velocità”
Jochen Lamade - Meccanico Canyon//SRAM Racing
Race Culture con il team CANYON//SRAM Racing

Aeroad di 4ª generazione

Per quanto riguarda il prodotto finito, la Aeroad di quarta generazione, Jochen crede che con la bici stiamo raggiungendo l’obiettivo finale nel “gioco dei watt” che il ciclismo professionistico è diventato: “È sempre una lotta tra l’aerodinamica, che sta diventando sempre più interessante, perché vuoi sempre essere in grado di spingere meno watt per una maggiore velocità e raggiungere il limite di peso impostato dall’UCI, 6,8 kg”.

“Un paio di anni fa, abbiamo portato le bici fino a quel limite, ma poi sono arrivati i freni a disco e quindi le bici erano più pesanti. Con i suoi sviluppi e le sue innovazioni, la nuova Aeroad è tornata al limite, anche con la sua configurazione completa e i suoi pedali. Penso che sia fantastico”.

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